02 luglio 2007

Universi comunicativi

di Paolo Coiro

Domenica sera. Il posticipo è Ascoli-Messina; così decido di andare al cinema con la mia ragazza. Sono fortunato, perché a Gaeta danno “Nuovo mondo” di Crialese, un film che desideravo vedere. Decidiamo di andare allo spettacolo delle 20:00. Entriamo. Silenzio totale. “Due biglietti per piacere”, chiedo quasi sottovoce per non svegliare qualcuno che sta dormendo nascosto da qualche parte. Saliamo le scale per raggiungere la galleria, apriamo la porta ed entriamo in un cinema vuoto. “Va be’, ci sarà qualcuno in platea…” penso tra me e me. Mi sporgo dalla ringhiera; niente. Nessuno. Inizio a fare i pensieri più strampalati: “Vuoi vedere che ho sbagliato a consultare sul televideo e il posticipo era Milan-Inter?”, “Domani mattina finisce il mondo e nessuno ha pensato di passare l’ultima sera della sua vita al cinema”, “Oggi è lo sciopero dei cinofili, manifestano per seggiolini più comodi…”. Il vortice di pensieri assurdi, si placa e cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno: “Ho una salatutta per me, senza nessuno scocciatore che inizia a parlare durante la proiezione o mangiare i Cipster”. Allora, mi accomodo nella mia poltroncina, lancio un sorrisetto alla mia girl e sono pronto per vedere il film. Mentre va in onda la pubblicità contro la pirateria, lei mi guarda nelle palle degli occhi e mi sussurra dolcemente: “Sei davvero un pazzo. Guarda che l’ho capito che hai affittato la sala tutta per noi…”. “Oh mamma mia! E adesso chi glielo spiega che non è affatto così e che l’idea non ha mai e poi mai neanche sfiorato il mio cervelletto? Ora si aspetterà qualcosa tipo De Beers, il diamante per sempre. Con io che gli faccio vedere un filmino di varie scampagnate fatte insieme, dopodichè caccio dalla tasca una scatoletta con dentro un Trilogy e le chiedo di sposarmi”. Inizio a sudare freddo. “Ma perché non son rimasto a casa a vedere Ascoli-Messina? Oltretutto ho schierato anche Paolucci (giovane promessa dell’Ascoli) nella mia squadra del fantacalcio.

Scusate se interrompo questa appassionante storia, il proseguo ve lo narrerò in un’altra puntata. Vi dico solo che oggi sono single. A parte l’ironia, tutto ciò è stato un pretesto per rispondere a una semplice domanda: “Che fine ha fatto la gente che una volta andava al cinema?” Di risposte me ne sono date e me ne hanno date tante: film scaricati da E-mule, dvd “appezzuttati” (come si dice a Napoli), Fiction, Grande fratello, Un-due-tre stalla!, multisala e così via. Ora, non voglio fare lo snob da quattro soldi che disprezza tutto ciò che è televisione, tutto ciò che rientra nella categoria “programmi d’intrattenimento”. Giusto per chiarirvi le idee; ve lo confesso: torno ogni giorno a casa prima delle 20:25, perché alle 20:27 inizia “Un posto al sole”. Su questo ci siamo, ma quello che non capisco è il motivo per il quale è andato a farsi friggere tanto di quel romanticismo, che ne è rimasta solo qualche briciola. Per me, vedere un film “appezzuttato” seduto davanti al computer, vedere un film in una saletta stretta e lunga – intendo la multisala –, non è la stessa cosa che gustarmi una proiezione in una sala grande, dove non è cambiato molto nel tempo; manca solo il fumo di sigaretta che si annuvola sotto il soffitto. Il film ha tutto un altro gusto, la completezza del godimento c’è.

Tutta un’altra storia va fatta per il teatro, dove l’età media degli spettatori si aggira intorno ai quarantacinque anni. Una sera, mentre aspettavo l’inizio di uno spettacolo di teatrale a Gaeta con Nando Paone, mi guardavo intorno e non riuscivo a trovare un ragazzo; ma pure un trentenne… Neanche l’ombra. A dir la verità, mi sentivo un po’ in soggezione. Mentre era affondato nella mia poltroncina mi ha riconosciuto e si è avvicinato un mio vecchio professore: “Ciao Coiro, che ci fai da queste parti?” Io, preso dall’imbarazzo, mi son preso sotto braccio una vecchietta seduta al mio fianco e gli ho risposto: “Niente, sono venuto ad accompagnare mia nonna”.Sarò pure un vecchio romantico che fa discorsi anacronistici, ma c’è la consapevolezza che non sono poche le persone che la pensano come me e provano le mie stesse sensazioni.A tutti loro lancio un semplice appello: “Resistere! Resistere! Resistere!”